sabato 26 marzo 2011

merito del Volley scuola?

"Sono strani questi terrestri..." Così la pensa mio padre da quando ha deciso di trasferirsi sulla Terra per studiarli, costringendo anche me ad abbandonare, a malincuore, il nostro pianeta.
Una nuova scuola, lontana anni luce da quella che tanto amavo, proprio non volevo accettarla. E neanche i miei compagni sembravano gradire la mia presenza, talvolta fastidiosa, talvolta imbarazzante, viste le mie sembianze alquanto diverse dalle loro.
Mi aggiravo per i corridoi in solitudine, con gli occhi di tutti puntati addosso; la sera guardavo in cielo cercando tra le stelle la mia vecchia casa: ma non vedevo altro che una piccola sfera fra tante nell´universo... una sfera proprio come quella di gomma che i miei nuovi compagni di scuola amavano tanto lanciarsi a vicenda, secondo le regole di uno strano gioco che chiamavano pallavolo.
Fu questa somiglianza che un giorno, tra gli schiamazzi e gli scherni di tutti, mi spinse a sostituire un giocatore assente.
Non so perché, ma c´era qualcosa nei miei bagher, nelle mie schiacciate, nelle mie battute
che mi permise di diventare titolare della squadra e che, piano piano, annullò le mie diversità agli occhi dei terrestri. In realtà niente in me era cambiato, eppure il volley scuola mi aveva fatto accettare dagli altri ragazzi, mi aveva permesso di condividere con loro tante emozioni, mi faceva avvertire di meno la nostalgia del mio pianeta.
Ha ragione mio padre, sono proprio strani questi terrestri... forse perché hanno così tanta paura delle diversità... forse perché gli basta così poco per dimenticarsene.

Federica Liberati
Anno scolastico: 2005-2006

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